venerdì 11 maggio 2007

Carlo Cellucci - “Mente incarnata e conoscenza”

Carlo Cellucci,
“Mente incarnata e conoscenza”,
in Eugenio Canone (ed.), Per una storia del concetto di mente, Olschki, Firenze 2005, pp. 383-410.

Riassunto del capitolo.
Originale scaricabile qui.


L’invenzione della mente

La mente non è sempre esistita ma è stata inventata. Come afferma Putnam, sebbene i termini ‘mente’ o ‘anima’ abbiano una lunga storia, l’abitudine a identificare nozioni piuttosto differenti con l’attuale nozione di mente è un fatto piuttosto recente.

Sebbene sia difficile identificare chi abbia per primo introdotto il concetto di mente, è indubbio che al consolidamento dell’attuale concetto e alla sua affermazione nell’età moderna e contemporanea abbia contribuito in modo sostanziale Descartes. Egli vi ha contribuito con la nettezza delle sue formulazioni sulla natura rispettiva di mente e di corpo. Ma Descartes non riesce a dare una spiegazione plausibile di come la mente possa ad un tempo essere realmente distinta dal corpo e sostanzialmente unita ad esso.

L’invenzione della mente ha avuto importanti riflessi sul modo di intendere la conoscenza. Essa, infatti, ha portato a concepirla come un processo che si svolge interamente nella mente, a cui quindi il corpo, e in particolare le sue capacità sensoriali e motorie, non concorrono in alcun modo. Inoltre ha portato a concepirla come un processo che si basa solo sulle idee o rappresentazioni della mente, e che anzi ha per oggetto tali idee o rappresentazioni.


Il funzionalismo

La concezione della mente delineata da Cartesio ha una profonda influenza anche nella filosofia contemporanea, per esempio nel funzionalismo.

Pur rifiutando il dualismo cartesiano, la descrizione del mentale in termini puramente funzionali, indipendente da qualunque descrizione in termini fisici lascia trasparire questa influenza.

Cellucci utilizza Putnam e Fodor per illustrare l’autonomia della psicologia dalla fisica e dalla chimica, il concetto di descrizione funzionale e di realizzabilità multipla, l’importanza delle rappresentazioni mentali e della loro elaborazione. [Mi sembra che in un paio di occasioni calchi un po’ troppo la mano, facendo trasparire un’accusa di reale dualismo].


Mente disincarnata e conoscenza disincarnata

Il concetto di mente che Descartes ha contribuito in modo decisivo a consolidare e ad
affermare sta anche alla base della concezione della conoscenza disincarnata, secondo cui la
conoscenza è un processo interamente mentale, interno, che si basa sull’elaborazione di idee o rappresentazioni. Cellucci parlerà di mente disincarnata intendendo anche conoscenza disincarnata.
Difficoltà sostanziali di tale concezione:
  1. Il pensiero umano non può essere separato dal mondo, poiché noi siamo in grado di pensare e operare nel mondo solo in quanto ne siamo parte. Il conoscere il mondo da parte della mente non è un uscire da suo interno per rientravi portandovi un bottino raccolto nel mondo esterno
  2. Il corpo svolge un ruolo fondamentale nel pensiero, e in particolare nella conoscenza. Molti aspetti del pensiero e della conoscenza umana dipendono dal tipo di corpo che abbiamo e dalle sue capacità sensoriali e motorie, e non sono spiegabili senza riferirsi al loro modo e tipo di essere.
  3. Le emozioni svolgono un ruolo fondamentale nel pensiero umano, e in particolare nella conoscenza umana, anche come allocatrici di risorse limitate.
  4. Se la conoscenza è un processo che ha per oggetto le rappresentazioni della mente, allora la mente è come uno spazio interiore in cui essa, quando conosce, considera ciascuna delle rappresentazioni che ha in sé. Ma assumere questo equivale ad assumere che dentro di noi vi sia qualcuno capace di interpretare tali rappresentazioni. [Non è chiaro perché Cellucci non accetta la soluzione di dennettiana dello scaricamento progressi degli omuncoli]
  5. Una rappresentazione può non corrispondere all’oggetto che la ha attivata, cioè all’oggetto che, attraverso gli organi di senso, ha immesso nella mente qualcosa che ha fornito alla mente l’occasione di formare quella rappresentazione. Problema della semantica delle rappresentazioni mentali. Problema della disgiunzione e non accettazione della dipendenza asimmetrica di Fodor.


Mente incarnata e conoscenza incarnata

Tutte queste difficoltà, e altre ancora che si potrebbero sollevare, mostrano a sufficienza che la concezione della mente disincarnata è insostenibile. Essa deve essere sostituita dalla concezione della mente incarnata, secondo la quale la mente consiste semplicemente di certe capacità del corpo, tra cui sono comprese anche le capacità sensoriali e motorie.

Dal punto di vista della concezione della mente incarnata, parlare di mente non è dunque altro che un modo abbreviato di riferirsi a certe capacità del corpo. E, poiché tra queste sono comprese anche le capacità sensoriali e motorie, la mente non risiede nella testa ma coinvolge l’intero corpo. Le capacità sensoriali e motorie sono essenziali per la conoscenza, che si è evoluta per favorire l’azione efficace dell’organismo nel suo ambiente e non per la contemplazione.

Per far vedere come la concezione della mente incarnata non sia un’assoluta novità, Cellucci cita alcuni passi di Aristotele e Hobbes che sottolineano l’assoluta inscindibilità dell’anima e del corpo e l’importanza della sensibilità corporea. Ma nonostante la presenza di un (disorganico) filone di pensiero alternativo nella filosofia da Certesio al funzionalismo la concezione dominante è stata quella della mente disincarnata.

Implicazioni della concezione della mente incarnata che mostrano una radicale divergenza con la concezione cartesiana di mente disincarnata:
  1. Le capacità sensoriali e motorie sono presenti anche in organismi molto semplici, quindi il mentale non è qualcosa che segna una discontinuità tra uomini e altri organismi.
  2. Le capacità sensoriali e motorie si basano su processi mentali inconsapevoli, quindi non tutto il mentale è consapevole.
  3. Le capacità sensoriali e motorie sono veicoli delle emozioni. Spesso le emozioni in un organismo nascono quando si ricevono segnali di un certo tipo attraverso i recettori sensoriali, e si manifestano attraverso movimenti muscolari, ne segue che il mentale non è spassionato ma è legato alle emozioni.
Secondo Cellucci la concezione di mente e conoscenza incarnata si oppone al carattere soggettivistico presente nella maggior parte della tradizione della filosofia contemporanea da Cartesio a Husserl alla filosofia analitica.


Mente e processi esterni al corpo

Secondo la concezione della conoscenza incarnata, la conoscenza è un processo che si basa su certe capacità del corpo, tra le quali sono comprese anche le capacità sensoriali e motorie, che permettono agli uomini di integrare oggetti esterni nei propri processi cognitivi. Tali processi esterni alla mente non sono di tipo biologico, bensì di tipo, per così dire, tecnologico, cioè
comportano l’uso di strumenti tecnici, e cooperano con i processi interni alla mente formando
con essi un sistema conoscitivo integrato.
Cellucci cita Mithen per sostenere una tesi simile a quella di Donald (vedi mia scheda) sull’importanza dello sviluppo da parte del homo sapiens della capacità di servirsi di ‘esogrammi’ per produrre il grande balzo avanti verificatosi circa 50.000 anni fa. Balzo che ha dato un enorme impulso alla cultura materiale e ha reso possibile il sorgere del pensiero razionale, teoretico, analitico.
Alcuni esempi di sistema conoscitivo integrato:
  1. Scrittura.
  2. Dimostrazioni di geometria elementare.
  3. Lunga moltiplicazione
  4. Uso di simboli algebrici [Peirce, icona]
  5. Diagrammi, elenchi, schemi nelle dimostrazioni logiche

Il sistema mente-mondo

Secondo Butterworth, il nostro cervello matematico contiene due elementi: un modulo numerico innato e la nostra capacità di usare gli strumenti matematici forniti dalla nostra cultura.

I processi esterni alla mente non sono meri input percettivi o stimoli per una mente disincarnata, ma sono una componente essenziale del sistema conoscitivo. Come il bastone del cieco è parte integrante del modo in cui il cieco percepisce il mondo, così i processi esterni alla mente sono parti integranti del modo in cui gli uomini pensano, conoscono e agiscono. I processi conoscitivi hanno, quindi, un carattere distribuito, poiché comportano sia una componente interna alla mente sia una componente esterna ad essa. Per produrre conoscenza, l’informazione deve essere coordinata tra queste due componenti. Il soggetto conoscitivo non può essere identificato con la mente, ma deve essere identificato piuttosto col sistema formato dalla mente più processi esterni ad essa.

Cellucci accetta la tesi di Clark (vedi mia scheda su Natural-Born Cyborgs) sulla natura ibrida della nostra mente, come formata da parti biologiche e parti tecnologiche, esterne. E’ la plasticità della nostra mente, la sua capacità a cooptare processi esterni che ci rende particolari.

Il pensare tra sé dà l’impressione che il pensiero astratto sia un’attività del tutto interna alla mente, ma non è così. Il pensiero astratto non sarebbe possibile senza un rapporto della mente con processi tecnologici esterni, e il pensare tra sé è soltanto l’interiorizzazione di tale rapporto.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro professore,
sono convinto che lei troverebbe le parole per esprimere la mia smisurata ammirazione verso di lei ma come mi ripeteva incessantemente per farlo dovrei applicarmi e non poco.Le scrivo appunto perchè non sono mai stato in grado di dirle quanto lei è stato importante per me e quanto per questo ha sempre un posto in molti dei miei pensieri anche se non le ho mai dimostrato questo proprio perchè nn volevo che questi miei sentimenti fossero scambiati per un tentativo di "corruzione" anche se forse nè avrei avuto bisogno.Devo dire però che qualche volta mi ha un pò deluso anzi se posso darle un consiglio cerchi di nn assomigliare neppure lontanamente a quella stragande maggioranza delle persone che rientrano nella categoria di professore.Sò per certo che in quelle situazioni lei è stato senza dubbio in buona fede.Ora la lascio a spremersi le meningi per cercare di capire chi sia questo idiota che nn ha niente di meglio da fare all'1:43 un abbraccio da un ex-alunno

Anonimo ha detto...

imparato molto