venerdì 11 maggio 2007

Fred Adams & Ken Aizawa - “Defending the Bounds of Cognition”

Fred Adams & Ken Aizawa,
“Defending the Bounds of Cognition”.
In R. Menary (ed.), The Extended Mind, di prossima pubblicazione Ashgate.
(scheda dell'articolo)

Articolo originale può essere trovato qui.

L'errore di Clark è quello di ritenere che la natura del veicolo/processo esterno usato da un agente non abbia alcun valore, l'unica cosa che conta per lui è il modo in cui interagisce con l'agente cognitivo.

Quando Clark rende un oggetto cognitivo connettendolo ad un agente cognitivo, commette un errore definibile come “fallacia della costituzione-accoppiamento” (coupling-constitution fallacy). Se siete accoppiati al vostro blocco note in modo tale da usarlo spesso, facilmente e in modo affidabile, Clark conclude che allora esso fa parte della vostra memoria.
Eppure le relazioni di accoppiamento sono distinte dalle relazioni costitutive; il fatto che un oggetto o un processo X è accoppiato con un oggetto o processo Y non implica che X fa parte di Y.

Ma se l'accoppiamento non ci aiuta a stabilire se un oggetto/processo è cognitivo, cosa ci servirà? La sua natura! Come in “The Bounds of Cognition” (vedi mia scheda), A&A cercano di rintracciare “il tratto distintivo del cognitivo”. Il fatto di essere accoppiato a qualcosa di cognitivo non rende qualcosa cognitivo. Questo è un errore in cui tutti i teorici della mente estesa incorrono facilmente. (A loro discolpa si deve sottolineare che nella psicologia cognitiva contemporanea non è ben definito cosa sia il cognitivo.)
In “The Bounds of Cognition”, A&A avevano affermato:
"La cognizione è costituita da un certo tipo di processi causali che implicano contenuto non derivato"
A&A ritengono che Clark non ha compreso cosa intendono dire dicendo che la cognizione è una sorta di processo causale implicante contenuto non derivato. Clark
  • non ha fornito una risposta alla fallacia della costituzione-accoppiamento
  • non specifica cosa secondo lui distingue il cognitivo dal non-cognitivo.


La condizione del contenuto intrinseco

Questa sezione è tutto in polemica con “Memento’s Revenge” di A. Clark (vedi mia scheda).

Come prima cosa A&A giustificano perché avevano affermato in “The Bounds of Cognition” che “… non è ben chiaro in che misura ogni stato cognitivo di ogni processo cognitivo deve implicare contenuto non-derivato”. Sia uno stato cognitivo con esclusivo contenuto rappresentazionale, sia uno stato cognitivo con stato rappresentazionale più altro non rappresentazionale può soddisfare la loro prima condizione sulla necessità di contenuto intrinseco (però, appunto, non si sa in quale misura i due devono essere presenti). Quindi rifiutano l’accusa di vacuità rivolta loro da Clark, dal momento che è chiaro che ritengono che se un processo non comporta un contenuto intrinseco allora non è cognitivo.

C’è una importante distinzione tra stati cerebrali che hanno intrinsecamente contenuto e parole o immagini che hanno il loro contenuto solo in forza delle convenzioni sociali.

Infine per opporsi a quanto sostenuto da Clark in Memento’s Revenge, A&A affermano che esistono rappresentazioni mentali sia di oggetti naturali come alberi o pietre, sia di parole o segnali stradali. E benché il significato delle parole o dei Diagrammi di Venn sia determinato convenzionalmente, le immagini mentali delle parole o dei Diagrammi di Venn acquistano il loro significato in base a qualche condizione naturalistico come tutte le altre immagini mentali.

La condizione del processo causale

A&A affermano che questa condizione era stata avanzata per due scopi:
  • sottolineare le differenze tra processi cerebrali e processi extracerebrali
  • sottolineare il rischio di raccogliere cose molto differenti sotto l’unica etichetta “scienza del cervello-strumenti”

A&A cercano di contrastare le posizioni di Clark sulla possibilità di trovare qualche livello di descrizione che renda possibile raccogliere sotto un’unica specie i differenti processi cognitivi che si verificherebbero nell’ipotesi esternalista.

Conclusione

I problemi della posizione esternalista indicate in “The Bounds of Cognition” restano tali. Manca una sufficiente attenzione
  • alla differenza tra processi cognitivi e processi non-cognitivi
  • ai rischi della fallacia della costituzione-accoppiamento.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie