martedì 17 aprile 2007

Edoardo Boncinelli: Mente biologica e mente culturale

Oggi 17 aprile 2007, alle ore ore 11 nell'Aula I della Facoltà di Ingegneria, ho partecipato alla conferenza di Edoardo Boncinelli "Mente biologica e mente culturale" all'interno del ciclo INCONTRI AL CHIOSTRO.

Boncinelli come sempre è molto chiaro e brillante.
Ha esposto alcune sue idee sulla mente e sulla coscienza.

Per esempio divide la coscienza in tre tipi:
  1. L'autoconsapevolezza. Che è posseduta da qualsiasi organismo e può essere studiata solo in terza persona con i metodi del comportamentismo.
  2. La coscienza condivisa. Che è tipica degli uomini e che è resa possibile dal linguaggio.
  3. La coscienza fenomenica. Che probabilmente non è studiabile scientificamente.

Boncinelli propone la metafora della coscienza come collo di bottiglia sieriale. Alcuni dei processi che avvengono in noi inmodo parallelo entrano in questo collo di bottiglia seriale e diventano coscienti. La permanenza degli eventi in questo collo di bottiglia dura tra il 1/4 di secondo ai 20 secondi, con una media di 3 secondi. Equivale alla durata della memoria di lavoro.
[non mi sembra però una idea molto nuova]

Propone anche una correlazione tra ampiezza della memoria di lavoro e intelligenza, in un individuo. Interessante approfondire. Intelligenza come capacità di stabilire collegamenti, più tempo, più collegamenti.

Nell'illustrare l'elaborazione parallela, mi sembra che incorra nella stessa imprecisione di Searle. Quello che è interessante nell'elaborazione parallela non è la maggiore velocità grazie alla suddivisione di un compito su più processori. Ma la connessione che si stabilisce tra le varie unità, che non sarà necessariamente solo unidirezionale, ma potrà collegare un'unità con una successiva, una posta allo stesso livello o anche a livello precedente.

Boncinelli si chiede anche quanto la scrittura (tipica serialità) abbia contribuito a forgiare il nostro modo di pensare.

Secondo Boncinelli due idee hanno, recentemente, contribuito enormemente a condizionare il nostro modo di pensare:
  1. l'idea di macchina (macanè, stratagemma). Il successo delle macchine ha spinto la cultura occidentale a spiegare tutto in termini di macchine. E dalla macchine esterne si è passati alle macchine interne, biologiche: corpo e mente come macchine.
  2. l'idea di tempo. Il tempo non misura nulla nel mondo e nel nostro cervello, è una nostra invenzione. Che però ci domina.
E' vero che la serialità è presente anche nel parlare, ma con scrittura, orologio e computer abbiamo spronato la serialità.

Secondo Boncinelli nel pronunciare una dopo l'altra le sillabe di una parola restringiamo il campo delle possibili sillabe successive.
Non mi sembra molto plausibile, dovrebbe esserci una velocità di pronuncia differente tra una parola e l'altra a seconda del numero di possibilità che si presentano in 2 o 3 battuta nella pronuncia delle due parole.

La scrittura nel passato non erano separate da spazi o segni grafici. Verificare.

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